Il trattamento delle donne in esecuzione penale

This contribution is an opportunity to reflect on the women's condition while in prison, with the aim of highlighting the issues around the gender and detention combination. Infantilization and marginalisation of detained women are topics that didn't receive enough attention by academia so far. Once again, the legislator focused more on the role of the mother prisoner than the woman as a person, considering only motherhood as the unique female dimension to be taken into account in the elaboration of prison treat-ment. The working table “Donne e carcere” sponsored by the “Stati Generali dell’Esecuzione Penale” transposed the theme outside motherhood, addressing the relationship with prison life, professional trai-ning, physical and psychiatric health, overcoming the concept of treatment as "cure” or "correction", with a decisive shift from the medical-therapeutic angle to the empowerment. Despite those and international indications, the wide range of interests and specific needs that characterize the female universe, even in the prison microcosm, relayed in the background of a differentiated punitive system, often influenced by the perception of the stereotypical women role in society, that projects the women and gender’s issues even in the justice and punishment mode

Il presente contributo rappresenta un’occasione per riflettere sulla condizione femminile all’interno del car-cere, con l’obiettivo di far emergere le problematiche che si generano attorno al binomio genere e deten-zione. L’infantilizzazione e l’emarginazione delle donne detenute sono questioni che hanno avuto scarso riscontro nel mondo accademico. Anche il legislatore ha rivolto l’attenzione, ancora una volta, più al ruolo della detenuta madre, che alle esigenze della donna in quanto tale; come se la maternità fosse l’unica di-mensione femminile degna di essere presa in considerazione nell’elaborazione del trattamento penitenziario. Il Tavolo “Donne e carcere” degli “Stati Generali dell’Esecuzione Penale” avevano approcciato al tema anche al di fuori della maternità, affrontando il rapporto con la vita carceraria, la formazione professionale, la salute fisica e psichiatrica e, soprattutto, con il superamento della concezione di trattamento come “cura” o “correzione”; con una decisa traslazione dal terreno medico-terapeutico a quello della responsabilizza-zione. A dispetto di quelle indicazioni, così come di quelle internazionali, l’ampia sfera di interessi e bisogni specifici che caratterizzano l’universo femminile, anche nel microcosmo carcerario, è rimasta sullo sfondo di un sistema punitivo differenziato, spesso influenzato da una percezione “stereotipata” del ruolo delle donne nella società, che proietta la questione femminile e di genere anche all’interno del modello di giustizia e di pena.