La voce artificiale si confronta con la crescente diffusione della tecnologia parlante, dagli assistenti vocali come Siri e Alexa, alla sintesi vocale per persone con disabilità fino alla clonazione vocale e al deepfake. La voce artificiale non è solo una tecnologia, ma una pratica culturale: essa riguarda il modo di concepire la comunicazione, il ruolo delle macchine e l’espressività vocale stessa, sempre più ibridata con processi informatici ed elettro-acustici che ridefiniscono i rapporti tra voce, corpo e soggettività. La voce artificiale indaga in parallelo l’impatto della tecnologia vocale sull’immaginario dell’Intelligenza Artificiale, con le narrazioni che ne alimentano il mito, e le pratiche di programmazione messe in campo per realizzare quelle tecnologie, le quali promuovono saperi ed epistemologie che si traducono in strutture sociali e modelli organizzativi, fino a interessare la condizione antropologica della contemporaneità. Perché il computer parlante è la materializzazione di significati sociali e modi di pensare la voce che si esprimono tanto a livello sonoro quanto a livello delle operazioni di misurazione, modellizzazione e apprendimento automatico che ingegnerizzano la voce. Perché indagare media-archeologicamente la voce significa spingersi oltre l’antropomorfismo della macchina parlante e rivolgersi all’ecosistema socio-materiale e tecno-culturale nel quale ogni voce, umana o non umana che sia, diventa ascoltabile. Perché il suono dà accesso a una conoscenza del mondo in grado di cogliere le mediazioni, le relazioni, le tracce e gli affetti. Se ne consiglia la lettura a chi abbia voglia di affrontare un viaggio articolato tra artefatti, saperi, storie, desideri, immaginari antichi e moderni, ma anche interessi, pratiche di laboratorio e pratiche artistiche che insieme compongono la voce artificiale come fenomeno molteplice e storicamente determinato. Se ne sconsiglia la lettura a chi sia soddisfatto dalle narrazioni deterministiche e soluzioniste che vedono l’Intelligenza Artificiale come forza misteriosa e magica o come semplice sinonimo di progresso.
La voce artificiale. Un'indagine media-archeologica sul computer parlante
NAPOLITANO D
2022-01-01
Abstract
La voce artificiale si confronta con la crescente diffusione della tecnologia parlante, dagli assistenti vocali come Siri e Alexa, alla sintesi vocale per persone con disabilità fino alla clonazione vocale e al deepfake. La voce artificiale non è solo una tecnologia, ma una pratica culturale: essa riguarda il modo di concepire la comunicazione, il ruolo delle macchine e l’espressività vocale stessa, sempre più ibridata con processi informatici ed elettro-acustici che ridefiniscono i rapporti tra voce, corpo e soggettività. La voce artificiale indaga in parallelo l’impatto della tecnologia vocale sull’immaginario dell’Intelligenza Artificiale, con le narrazioni che ne alimentano il mito, e le pratiche di programmazione messe in campo per realizzare quelle tecnologie, le quali promuovono saperi ed epistemologie che si traducono in strutture sociali e modelli organizzativi, fino a interessare la condizione antropologica della contemporaneità. Perché il computer parlante è la materializzazione di significati sociali e modi di pensare la voce che si esprimono tanto a livello sonoro quanto a livello delle operazioni di misurazione, modellizzazione e apprendimento automatico che ingegnerizzano la voce. Perché indagare media-archeologicamente la voce significa spingersi oltre l’antropomorfismo della macchina parlante e rivolgersi all’ecosistema socio-materiale e tecno-culturale nel quale ogni voce, umana o non umana che sia, diventa ascoltabile. Perché il suono dà accesso a una conoscenza del mondo in grado di cogliere le mediazioni, le relazioni, le tracce e gli affetti. Se ne consiglia la lettura a chi abbia voglia di affrontare un viaggio articolato tra artefatti, saperi, storie, desideri, immaginari antichi e moderni, ma anche interessi, pratiche di laboratorio e pratiche artistiche che insieme compongono la voce artificiale come fenomeno molteplice e storicamente determinato. Se ne sconsiglia la lettura a chi sia soddisfatto dalle narrazioni deterministiche e soluzioniste che vedono l’Intelligenza Artificiale come forza misteriosa e magica o come semplice sinonimo di progresso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.